Regina della notte
Era il freddo inverno del mio sedicesimo compleanno.
Era l'ingresso in società, padrona di me stessa e del futuro. Ero bella e altera nell'incedere, come si conviene alla primogenita della nobile e antica casata dei Bianchi di Castelbianco di Firenze.
Ed ero innamorata, perdutamente innamorata; ma non del mio promesso sposo, il bel Gualtiero dai luminosi occhi di giada, giovane cavaliere scalpitante di recarsi alla guerra.
No, era Lui.
Il Grande Maestro era il mio idolo, il mio amore, ciò che con tutte le forze bramavo.
Il Capostipite e il suo marchio di sangue.
Il segno del suo bruciante possesso nella mia carne.