L'IMPOSTORE
Da quando ho memoria, quel vecchio aveva sempre trascorso l’intero mese di agosto nel nostro albergo, dall’1 al 31. Non aveva importanza se iniziava di lunedì o di sabato, cascasse il mondo lui arrivava il primo giorno e andava via l’ultimo e così mi rovinava il cuore dell’estate.
Bastava la sua sola presenza a rendermi nervoso, senza bisogno che facesse nulla di particolare. Se lo vedevo venirmi incontro lungo un corridoio, mi appiattivo contro la parete e trattenevo il respiro sperando di rendermi invisibile oppure facevo marcia indietro e me la svignavo dalla parte opposta.
Un comportamento patetico, lo riconosco, ma era più forte di me. E poi ero sicuro che l’imbarazzo fosse reciproco e che neanch’io piacessi a lui.
«I bambini piacciono a tutti» diceva mio padre.
Io no e poi non ero neanche un bambino.