Nel mese di ottobre 2022, iniziò la mia collaborazione con il Dott. Francesco Gimigliano, a seguito della sua richiesta di scrivere la prefazione di questo libro, intitolato “Crudeltà e terrore: i segni distintivi del serial killer”. Ho avuto premura di leggere il suo precedente lavoro, la raccolta di racconti “Sentimenti perduti”, nel quale si evincono le sue innumerevoli competenze.
In questo suo nuovo lavoro, Francesco Gimigliano, rievoca situazioni ed analisi che la realtà di oggi pone sotto una lente di ingrandimento, attraverso i mass media, le trasmissioni televisive e i film che trattano appunto di “serial killer”.
L’autore, in primis, nel suo lavoro illustra un elenco di simboli, utilizzati in modo innovativo e decisamente utile a coloro che si approcciano per la prima volta, alla materia e allo studio dei criminali seriali.
Nel primo capitolo del libro, l’autore analizza e descrive in modo dettagliato, l’origine e la definizione del termine “serial killer” (assassino seriale) e di come tale definizione venne impiegata per la prima volta negli anni 70’ del Novecento, dai Profiler dell’FBI, R. Ressler (1937-2013) e J. E. Douglas (1945).
Entrambi hanno, non solo migliorato gli studi sui criminali seriali, ma hanno anche il merito di aver indagato a fondo la psiche degli stessi.
L’autore poi, attraverso una profonda analisi, introduce anche il tema della tecnica innovativa dell’esame del DNA introdotto dal genetista A. J. Jeffreys (1950) e applicato per la prima volta nel caso del “serial killer” T. Spencer (1962-1994).
Nel secondo capitolo, ci si addentra nel vivo del suo lavoro, con l’analisi dei dieci fattori principali che scatenano l’impulso omicidiario.
L’autore chiarisce inoltre, le motivazioni che sono alla base dei delitti dei “serial killer”, facendo riferimento a due donne: una denominata “vedova nera”, la texana J. Buenoano (1943-1998) e l’altra denominata “angelo della morte”, l’infermiera S. Caleffi (1970).
Prende inoltre in esame, attraverso un lavoro di approfondita ricerca, altre cause, con le relative retrostanti storie di vita. Fa riferimento ai “serial killer” J. Dahmer (1960-1994) , con pulsioni sessuali incontrollate, a E. Kemper (1948) con i suoi traumi infantili, all’italiano D. Bilancia (1951-2020) vittima di innumerevoli umiliazioni, a J. W. Gacy (1942-1994) con un basso livello di autostima personale, a R.C. Hansen (1939-2014) bullizzato ripetutamente, agli abusi sessuali subiti dal serial killer P.A. Lopez (1948), alle precarie condizioni economiche dell’assassino seriale R. J. Dominique (1964), e ai due disturbi di personalità sadismo e psicopatia, di cui erano affetti rispettivamente P. Kurten (1883-1931) e R. Berdella (1949-1992). Analizzerà anche il caso di R. T. Chase (1950-1980) affetto da schizofrenia.
Si prosegue affrontando la tematica relativa al profilo psicologico-comportamentale dei “serial killer” attraverso la spiegazione del disturbo dissociativo dell’identità e del disturbo antisociale.
L’autore approfondisce il suo lavoro, trattando un elemento fondamentale per coloro che operano in questo settore, ossia lo studio/analisi della scena del crimine . Inoltre, specifica cosa siano i rilievi individuali, planimetrici, fotografici e descrittivi rilevabili su una scena del crimine.
Dopo questa parentesi, si continua con l’argomentazione sui “serial killer”, spiegandone nel concreto, il “modus operandi-vivendi” analizzandone anche l’approccio seduttivo e quello aggressivo che spesso utilizzano per adescare le proprie vittime.
Rilevante è il “signature” o la firma del “serial killer”, preso in esame nel suo lavoro, in quanto elemento distintivo di tali soggetti.
Nel settimo capitolo, l’autore analizza anche nel dettaglio la storia dei “serial killer” K. Bianchi (1951) e A. Buono (1934-2002), conosciuti per essere gli “strangolatori di Hillside” (Los Angeles).
L’autore offre dunque, in questo suo libro, un vero e proprio contributo alla conoscenza e all’esplorazione della criminologia attraverso un’attenta riflessione sui criminali seriali, ampliandone i contorni.
Al Dott. Gimigliano, i miei migliori auguri di meritato successo.
Dottoressa Chiara Mastrangelo