Crudeltà e terrore, i segni distintivi del serial killer - 979-8363070990

Autore : Francesco Gimigliano
Anno di produzione : 2022
Casa Editrice : AUTOPRODOTTO
Genere letterario : Narrativa - Thriller psicologico
Formato : Ebook, Cartaceo
Quarta di copertina
Altre Notizie : Foto mia 3


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Prefazione e biografia della Dott.ssa Chiara Mastrangelo
Introduzione
Elenco dei simboli utilizzati nel libro
1 Capitolo
Origine, definizione e considerazioni dell’appellativo “serial killer”
1.1 Profiler FBI Robert Kenneth Ressler
“Il profiler statunitense che ha migliorato e innovato gli studi sul serial killer”
1.2 Profiler FBI John Edward Douglas
“Il profiler statunitense che ha studiato la psiche del serial killer”
1.3 Evoluzione dei sistemi investigativi
“L’innovazione dell’esame del DNA”
2 Capitolo
I dieci fattori che scatenano l’impulso assassino del “serial killer” con la descrizione di casi specifici
2.1 Il basso livello di autostima
“Caso 1 Serial killer John Wayne Gacy”
2.2 Le pulsioni sessuali incontrollate
“Caso 2 Serial killer Jeffrey Dahmer”
2.3 I traumi infantili
“Caso 3 Serial killer Edmund Kemper”
2.4 Le umiliazioni
“Caso 4 Serial killer Donato Bilancia”
2.5 Il bullismo
“Caso 5 Serial killer Robert Christian Hansen”
2.6 Gli abusi sessuali
“Caso 6 Serial killer Pedro Alonso Lopez”
2.7 Le precarie condizioni economiche
“Caso 7 Serial killer Ronald Joseph Dominique”
2.8 Il sadismo
“Caso 8 Serial killer Peter Kurten”
2.9 La psicopatia
“Caso 9 Serial killer Robert Berdella”
2.10 La schizofrenia
“Caso 10 Serial killer Richard Trenton Chase”
3 Capitolo
Profilo psicologico-comportamentale del “serial killer”: il disturbo dissociativo dell’identità
4 Capitolo
Profilo psicologico-comportamentale del “serial killer”: il disturbo antisociale di personalità
4.1 Approfondimenti
“Differenze tra il DDI e il DAP”
5 Capitolo
La scena del crimine
5.1 Prima tecnica investigativa applicata sulla scena del crimine
“Rilievi individuali”
5.2 Seconda tecnica investigativa applicata sulla scena del crimine
“Rilievi fotografici”
5.3 Terza tecnica investigativa applicata sulla scena del crimine
“Rilievi descrittivi”
5.4 Quarta tecnica investigativa applicata sulla scena del crimine
“Rilievi planimetrici”
6 Capitolo
Il “modus operandi” e la “firma” del “serial killer”
6.1 Il “modus operandi” con approccio seduttivo
“Dettagli del MO con approccio seduttivo”
6.2 Il “modus operandi” con approccio aggressivo
“Dettagli del MO con approccio aggressivo”
6.3 La “firma” del “serial killer”
“La firma del serial killer sull’omicidio”
7 Capitolo
I “serial killer” Kenneth Bianchi e Angelo Buono: “gli strangolatori di Hillside”
8 Capitolo
Le donne “serial killer”
8.1 La vedova nera Judy Buenoano
“La texana dal cuore di ghiaccio”
8.2 L’angelo della morte
“La spietata infermiera Sonya Caleffi”
9 Capitolo
I vari tipi di “serial killer”
10 Capitolo
Schede dei “serial killer” trattati in questo libro
Conclusioni
Riferimenti bibliografici
Ringraziamenti
Biografia dell’autore

Nel mese di ottobre 2022, iniziò la mia collaborazione con il Dott. Francesco Gimigliano, a seguito della sua richiesta di scrivere la prefazione di questo libro, intitolato “Crudeltà e terrore: i segni distintivi del serial killer”. Ho avuto premura di leggere il suo precedente lavoro, la raccolta di racconti “Sentimenti perduti”, nel quale si evincono le sue innumerevoli competenze.
In questo suo nuovo lavoro, Francesco Gimigliano, rievoca situazioni ed analisi che la realtà di oggi pone sotto una lente di ingrandimento, attraverso i mass media, le trasmissioni televisive e i film che trattano appunto di “serial killer”.
L’autore, in primis, nel suo lavoro illustra un elenco di simboli, utilizzati in modo innovativo e decisamente utile a coloro che si approcciano per la prima volta, alla materia e allo studio dei criminali seriali.
Nel primo capitolo del libro, l’autore analizza e descrive in modo dettagliato, l’origine e la definizione del termine “serial killer” (assassino seriale) e di come tale definizione venne impiegata per la prima volta negli anni 70’ del Novecento, dai Profiler dell’FBI, R. Ressler (1937-2013) e J. E. Douglas (1945).
Entrambi hanno, non solo migliorato gli studi sui criminali seriali, ma hanno anche il merito di aver indagato a fondo la psiche degli stessi.
L’autore poi, attraverso una profonda analisi, introduce anche il tema della tecnica innovativa dell’esame del DNA introdotto dal genetista A. J. Jeffreys (1950) e applicato per la prima volta nel caso del “serial killer” T. Spencer (1962-1994).
Nel secondo capitolo, ci si addentra nel vivo del suo lavoro, con l’analisi dei dieci fattori principali che scatenano l’impulso omicidiario.
L’autore chiarisce inoltre, le motivazioni che sono alla base dei delitti dei “serial killer”, facendo riferimento a due donne: una denominata “vedova nera”, la texana J. Buenoano (1943-1998) e l’altra denominata “angelo della morte”, l’infermiera S. Caleffi (1970).
Prende inoltre in esame, attraverso un lavoro di approfondita ricerca, altre cause, con le relative retrostanti storie di vita. Fa riferimento ai “serial killer” J. Dahmer (1960-1994) , con pulsioni sessuali incontrollate, a E. Kemper (1948) con i suoi traumi infantili, all’italiano D. Bilancia (1951-2020) vittima di innumerevoli umiliazioni, a J. W. Gacy (1942-1994) con un basso livello di autostima personale, a R.C. Hansen (1939-2014) bullizzato ripetutamente, agli abusi sessuali subiti dal serial killer P.A. Lopez (1948), alle precarie condizioni economiche dell’assassino seriale R. J. Dominique (1964), e ai due disturbi di personalità sadismo e psicopatia, di cui erano affetti rispettivamente P. Kurten (1883-1931) e R. Berdella (1949-1992). Analizzerà anche il caso di R. T. Chase (1950-1980) affetto da schizofrenia.
Si prosegue affrontando la tematica relativa al profilo psicologico-comportamentale dei “serial killer” attraverso la spiegazione del disturbo dissociativo dell’identità e del disturbo antisociale.
L’autore approfondisce il suo lavoro, trattando un elemento fondamentale per coloro che operano in questo settore, ossia lo studio/analisi della scena del crimine . Inoltre, specifica cosa siano i rilievi individuali, planimetrici, fotografici e descrittivi rilevabili su una scena del crimine.
Dopo questa parentesi, si continua con l’argomentazione sui “serial killer”, spiegandone nel concreto, il “modus operandi-vivendi” analizzandone anche l’approccio seduttivo e quello aggressivo che spesso utilizzano per adescare le proprie vittime.
Rilevante è il “signature” o la firma del “serial killer”, preso in esame nel suo lavoro, in quanto elemento distintivo di tali soggetti.
Nel settimo capitolo, l’autore analizza anche nel dettaglio la storia dei “serial killer” K. Bianchi (1951) e A. Buono (1934-2002), conosciuti per essere gli “strangolatori di Hillside” (Los Angeles).
L’autore offre dunque, in questo suo libro, un vero e proprio contributo alla conoscenza e all’esplorazione della criminologia attraverso un’attenta riflessione sui criminali seriali, ampliandone i contorni.
Al Dott. Gimigliano, i miei migliori auguri di meritato successo.
Dottoressa Chiara Mastrangelo